mercoledì 8 dicembre 2010

Report primo volo dell'angelo G

Indossando per la prima volta le ali provo un cocktail di ensusiasmo e paura e sento un po' di rigidità.
Inizio a camminare con l'angelo Mir che ci conduce ad una fermata dove ci sono 2 angeli (una che vola da 1 ora e angelo Bunny che è al secondo volo).
E' il mio battezzo e il mio compagno angelo Fra (che mi ragiungerà dopo) è in un altro gruppo.
Comincio ad osservare le persone alle fermate. Non è così strano in quanto ci sono già dei contesti aperti e non sono solo.
Angelo Mir e angelo Bauuny stanno socializzando.
La situazione diveta man mano più familiare e comincio ad essere più fuido e in pochi minuti inzio gradualmente ad osare, ad interagire con le persone.
Sono ancora prevalentmente concentrato su di me.
Dopo pochi minuti arriva l'Angelo del Buon Sconsiglio. Si unisce il mio compagno di volo (angelo Fra).
Ora siamo nell'assetto previsto. Lo stormo è operativo così come ipotizzato.
Ci spostiamo in via ugo bassi da via rizzoli.
La mia attenzione si sposta sempre più da me a quello che sta succedendo fuori di me e alle interazioni relazionali.
Marco saluta tutti i passanti con entusiasmo ed io inizio ad imitarlo. E' molto divertente e piacevole (solo 1 o 2 persone su 10 non interagisce con noi). In particolare noto che tutte quelle che ci guardano se salutate ricambiano con piacere.
Quando ci fermiamo alle fermate Marco interagisce in partica con tutti con nomerosi rompighiaccio.
Mi accorgo presto che non conta il contenuto del rompighiccio (cosa dice) ma il come (cioè come lo dice, il suo lingaggio del corpo la sua sicurezza, la sua postura ferma).
Iniziamo ad interagire anche io e il mio compagno.
Mi sono riscaldato: ho carburato. Progressivamente passo dal non sapere cosa dire a parlare sempre più senza problemi di qualunque cosa mi passa per la testa (sempre nel rispetto dei fondamentali che ci sono stati insegnati al corso).
Tralascio tutte le piccole interazioni (tra cui ballotta di ragazzi di roma in visita a Bologna per il motor show, gruppo che si ferma a fare la foto con l'angelo).
Descrivo le 4 che mi hanno colpito di +:
1) ragazzi che escono dall'occupazione del liceo Mighetti (sveglissimi per la loro età, hanno lasciato qualcosa loro a me...)
2) signore che si lamentano della sicurezza di Bologna e che vorrebbero che la nostra copertura di servizio fosse per tutta la notte (ho interagito con loro 15 minuti: in particolare una mi parlava di tutto, dalla sicurezza al caro taxi, e subito ho dato il buono rosa ;)
3) ragazzi che volevano sapere se il nostro fosse un lavoro retribuito e i costi che incidono sulla comunità nel "finanziare" un servizio come il nostro (gli abbiamo detto che siamo volontari... e che non abbiamo i conti dell'associazione ma riteniamo che senza il volontariato non potrebbe mai esistere)
4) signore altezzoso in bicicletta che s'è fermato per salutarci, pareva andasse via da un momento all'altro e invece non ci mollava mai (faceva il super figo - ricco, introdotto e famoso - ma mi è sembrato davvero molto solo e molto bisognoso di raccontarsi e di esssere ascoltato.... come un bambino che si sente isolato e che nessuno vuole giocare con lui). A dire il vero è risultato molto pesante. Ma siamo stati li con lui tantissimo tempo.
Insomma, a parte il freddo polare (mi coprirò di più) è stato davvero un bellissimo assaggio.
Assiderato com'ero saluto velocemente il gruppo e mi affretto a percorrere un bel tratto di strada per il ritorno a casa.
Camminando noto 2 cose:
1) il sangue nelle vene riprende a circolare e irradia nuovamente tutti i miei tessuti
2) anche senza ali è rimasta fortissima la voglia in me di salutare le persone e interagire con loro (mi trattengo a stento).
Chissà come sarà la prox volta.
Entusiasmo lasciao andare le aspettativa sabotatrice.

Angelo G

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