Scoprire quant’è bello non avere paura di uno sguardo.
Lo spazio fisico ci separa, ci distingue
In mondi ben protetti da strati di pelle, di carne e di coscienza,
antichi e resistenti quanto maestose fortezze secolari.
Ci arrestiamo a contemplarle, e sono alte:
è incanto, è sgomento, è attrazione, è paralisi.
Ed ecco che qualcosa duole e protesta nel nostro corpo
in bilico tra sé e il fuori:
sono le ali.
Stanche di non battere, affaticate dall’apnea,
vogliono tentare quel salto vertiginoso:
l’incoscienza rivoluzionaria del parlare,
la dolcezza dell’assalto, nostro e loro,
la conquista della linea d’aria che corre tra due respiri.
E non facciamo in tempo a prender le misure,
che terre lontane si toccano, in un aprirsi di palpebre.
Angel Sarah
domenica 27 febbraio 2011
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