sabato 27 marzo 2010

PRIMO VOLO ANGELO LILITH, VENERDI', 19-03-2010

Volere è volare
.Ho voluto volare ed eccomi qui. Ali per me nuove di zecca adornano le mie spalle e la sensazione di protezione si fa forte.
Una magnanima onnipotenza mi invade.
Comincio ad impossessarmi del mio angelo e quasi mi devo ricordare che il mio volume,ora, ha un paio d'ali.
Sono pronta. Sospesa fra cielo e terra in cerca del mio pezzettino di umanità che, ne sono certa, mi renderà più ricca in cambio di una sbirciatina d'ali.
Ed ho volato.
Sopra la simpatia di gruppi di giovani e la loro fame di conoscenza del genere umano e non, nel mio caso. Goliardici e rassicuranti signori con una soluzione a tutto e per tutti. Stranieri in terra straniera,ormai stranieri dappertutto tranne che con se stessi,condizione in apparenza triste in verità invidiabile per la consapevolezza che dà il piacere di conoscersi.
Mi sono portata a casa la loro serenità,condita da una spolverata di sorpresa per le inaspettate rivelazioni di Wonder Woman, abilmente travestita da quanto di più lontano ci possa essere da se stessa.. Straordinaria.
Ho smesso le ali ma il mio angelo mi ha regalato l'altro.
Per fortuna,altrimenti gliel'avrei rubato.


Angelo Lilith

martedì 23 marzo 2010

primo volo Angelo Tilo

Il mio primo volo, già l’azione la dice lunga!!

Mi sono trovata in mezzo via Rizzoli con i piedi gelati e un paio di ali dietro la schiena. Inutile spiegare l’imbarazzo nei confronti dello sguardo della gente!

Sorridevo in modo strano, ma spontaneo, guardavo la gente come sempre, ma in modo strano, e soprattutto…. Loro mi guardavano in modo strano.

Uno sguardo complice, un sorriso timido, una risata divertita, e una lieve sicurezza si materializza in me, e crescente dilaga!

Alla fine mi sono sciolta come un gelato in pieno agosto, e ho parlato con tante persone, stranieri, ragazzi, neo laureati, studenti, Signori/e, cani!!!

Mi hanno raccontato ed abbaiato tante cose, per esempio; i loro pensieri, i saperi, alcuni hanno addirittura condiviso con me emozioni che provavano il quel preciso momento ( anche a loro sconosciute, ES neo laureati).

Che dire… un salto nel vuoto per arrivare al paradiso della Comunicazione.

Angelo Tilo

domenica 21 marzo 2010

primo volo angelo mi

Il mio primo volo
Mercoledì ho fatto il mio primo volo, ero emozionata massimo è arrivato con due buste di plastica da cui uscivano le piume bianche delle ali, io...io l'ho aiutato a mettere le sue e poi lui mi ha aiutato a mettere le mie e...ecco ero un angelo anch'io...ho cominciato a volare un po' insicura ma dopo un paio di battute di ali mi sono lanciata.
Chiedere i desideri per la primavera era il pretesto x approcciare. Massimo è stato il mio iniziatore, mi ha accompagnato in modo discreto e gentile. Grazie, massimo.
Abbiamo cominciato a chiedere alle persone ferme alla fermata di via Rizzoli.
Che cosa desiderava la gente mercoledì scorso?... Mostra tutto
Niente soldi o notorietà come mi sarei aspettata , no, no, cose + interessanti e belle:
la pace nel mondo
una migliore politica dell'Iran
rivedere il proprio ragazzo residente in Germania dopo 7 anni di separazione
vacanze in paesi lontani ma anche in Italia
sentire l'odore della primavera come solo in Iran è possibile( !!!),
trovare un ragazzo intelligente, bello e sensibile
incontrare una ragazza bella, bella dentro
laurearsi e trovare lavoro
riuscire a suonare un pezzo di violoncello molto difficile di Gaspar Cassadò(nome mai sentito prima, ma grazie al ragazzo macedone che ce ne ha parlato, grazie a google ora so chi è e ascolto i suoi pezzi su youtube,

ore 10 e 30 infreddoliti facciamo una breve sosta da mc donald x te caldo, un toccasana
entrare con le ali è tutta un'altra cosa
sguardi sorridenti intorno, una ragazza allegra e sorridente mi offre le patatine
poi di nuovo on the road
una ragazza: ma siete voi gli angeli che mi avete portata a casa la settimana scorsa? Grazie grazie...
un ragazzo ci vede, cammina vicino ai suoi amici, e rallenta e ci dice :I love you, angeli con un sorriso grande cos
un ragazzo polacco che ascoltava serio e con uno sguardo triste quando io e massimo parlavamo con altri ragazzi si illumina quando gli rivolgiamo la parola...e parla, racconta, si sfoga

mettere le ali è bello , ti porta in un'altra dimensione ,ti fa sentire speciale e ti da la sensazione di poter far sorridere la gente e trasformare almeno per pochi minuti visi tristi preoccupati in visi sorridenti.
Alle 11 e 30 un po' infreddolita ma carica ho tolto le ali e non vedo l'ora di rimetterle.
angelo mi

Prima uscita

Venerdì 12 marzo, ore 20.30.

Che emozione il primo volo! Arrivo davanti a Mel Books in anticipo. Mi guardo intorno cercando di capire se tra le persone che in quel momento sono lì ci possa essere già qualche angelo. Arriva una ragazza, ha in mano un sacchetto da cui spuntano delle piume bianche, è sicuramente uno degli angeli. Mi avvicino e mi presento, lei è Angelella. Ed ecco che arriva il capo, e poi via a seguire le altre due nuove angelesse Tilo e Flash e angelo Blu e altri di cui non ricordo il nome. Arriva anche angelo Flo, che mangia un trancio di pizza mentre con passo lento ci raggiunge. Indossiamo le ali sotto gli occhi incuriositi di alcune persone ferme ad aspettare l’autobus. Alcuni si allontanano, altri ci guardano sorridendo, altri ancora salutano mostrando di conoscere questi personaggi alati che per due sere la settimana animano il centro della città. Si parte. Gli angeli più esperti affiancano le tre nuove angelesse. Sorrisi e saluti. C’è chi si scansa, ma per la maggior parte sono incuriositi dalle ali e sorridono, ci avviciniamo, si avvicinano, ci domandano cosa facciamo,alcuni ci riconoscono. Io sorrido, saluto e sto a guardare, intimidita dalla sicurezza che dimostra il mio compagno di volo. Ci spostiamo da una fermata all’altra e le mie guide sono alternativamente Flo e Mir. È interessante vederli all’opera, notare il diverso modo di comunicare. Arrivano altri angeli, quelli del secondo turno, salutano, indossano le ali e vanno a raggiungere le loro postazioni. C’è freddo, mi sono coperta bene ma più che dagli abiti pesanti il clima rigido viene sconfitto dal calore umano e dall’allegria che trasmettono queste persone straordinarie. Il tempo passa in fretta, è gia ora di smontare e tornare a casa, al caldo. Ci salutiamo e mentre raggiungo la mia macchina cammino leggera come se i miei piedi non toccassero terra. Per la prima volta in venticinque anni percorro quelle strade, di sera, con una serenità che non avevo mai avuto. Mi sento sicura e piena di energia. Mi sento finalmente a casa.

Arrivederci al prossimo volo, Angelilly

sabato 20 marzo 2010

AngelClaire e "ISignoriAutisti"

In questo mio breve post voglio ringraziare gli autisti.
Anzi, come li chiamo io, "ISignoriAutisti".
Loro ci conoscono, quando saliamo sugli autobus si vede che fa loro piacere che ci siamo, e a me piace incredibilmente stare un pò con loro a chiaccherare, verso la fine della corsa, quando il bus è praticamente vuoto, oppure anche solo quei dieci minuti al capolinea, nell'attesa che il bus riparta...
Spesso ci si ritrova a chiaccherare come dei vecchi amici, malgrado ci siamo stretti la mano solo tre minuti prima. Alcuni di loro mi hanno parlato dei loro figli, con altri abbiamo parlato di Bologna, con altri di ciò che succede tutti i giorni a bordo. Sono sempre racconti preziosi, discussioni interessanti, e un pò dispiace sempre dover scendere a Via Rizzoli, perchè il tuo turno è finito e devi volare a casa!

Perciò grazie di cuore, SignoriAutisti. Anche voi rendete ogni venerdì sera angelico!

AngelClaire

martedì 16 marzo 2010

AngeloBlu e una bimba

Ci sono giorni in cui non capisci il senso. Il senso di una giornata, ma anche della tua vita o di un progetto nel quale credi. A volte sono alla ricerca di significati nuovi. Come venerdì scorso, quando stavo sulla strada, alla fermata di Mel in Via Rizzoli. Ero lì. C’era freddo, ma ero ben coperto.

Mi chiamo AngeloBlu. C’è chi dice che sono blu dal freddo, ma io mi copro e così di freddo ne sento poco. Ho sempre molto blu addosso e non è solo una questione di vestiti. Mi sento blu. Ma il mondo di solito non se ne accorge perché vede il mio sorriso felice e immagina sia per sempre.

Venerdì scorso tutto il mio blu si è sciolto. Sono rimasto incantato dal viso di una bimba serba in braccio al suo papà. Era rapita dalle mie ali. Aveva lo sguardo fisso su una piuma che facevo roteare vicino alla sua manina inguantata.

Provava a stringere la piuma tra le mani, ma non glielo permettevo. Mentre le solleticavo il viso, sorrideva. Ma quando ho deciso di regalarle la piuma, è stata lei a prendersi gioco di me, mostrando disinteresse per il dono.

Ci sono rimasto un po’ male e se n’è accorta. Mi cercava coi suoi occhi stupiti. Intensamente blu. Per nulla dispiaciuti. Curiosi. Era lei ad indagare il mio stato d’animo. E sembrava capirlo bene. Abbiamo parlato in silenzio per diversi minuti. Poi un nuovo sorriso, non provocato dal solletico. E infine l’autobus su cui è salita, sicura, tra le braccia protettive del padre.

Mi sentivo il libro su cui era stata scritta una poesia originale. Lei era la poesia e tutti coloro in attesa dell’autobus i nostri lettori. L’atmosfera si era fatta intima. Ma l’intimità aveva coinvolto una ventina di persone. Tra loro molti sorridevano e assaporavano il gusto del momento.

Alla fine ognuno è partito sentendosi meno solo di quando è arrivato.

domenica 7 marzo 2010

report di angel flo

Andrea Floppy Filippini 17 febbraio alle ore 1.19
27 Gennaio 2010.
Poco prima delle 23.
Via Rizzoli.
Il turno angelico del mercoledì sta per terminare,
una serata tranquilla, cosa spesso e volentieri gradita,
ma la staticità e il deserto umano in questa Bologna bianca e gelida non agevola la nostra termoregolazione;
tutti e tre, io, Angelo Max e AngelClaire
stiamo per "smontare" le ali, quelle finte,
quando da un autobus scende un uomo sulla trentina,
"apparentemente" completamente ubriaco,
a fatica si regge in piedi,
lo sorreggiamo e iniziamo a conoscerci.
In tre parliamo italiano, francese, inglese, spagnolo, un pò di Arabo, pochissimo Pasthum, ma niente da fare...
lui parla e noi non capiamo.
Ha una fisionomia che non da indizi sulla sua provenienza,
solo un pò "abbronzato",
è una definizione nonmia,
ma di uno di voi,
un essere umano,
Proponiamo saluti in altre lingue, ma nessuna reazione.
Attorno a noi si crea curiosità e veniamo aiutati da altri stranieri per cercare una connessione:
degli Albanesi escludono che sia Albanese,
dei Rumeni che sia Rumeno,
dei Marocchini che sia Marocchino,
dei Tunisini che sia Tunisino,
degli Indiani che sia Indiano,
ma forse è Pakistano,
deduzione dall'accento dell'idioma sconosiuto,
ricerca difficile anche perchè lui non collabora,
fa solo monologhi,
una cosa è certa....
è pacifico.
Dopo vari tentativi e approcci diversi riusciamo a capire il nome di una via nella prima periferia.
Che fare????
Siamo già oltre e non poco il nostro orario,
non possiamo negare di aver pensato anche se solo per un attimo di scaricarlo a qualche ente predisposto,
così da essere a casa presto, al caldo, asciutti
e magari sul divano sotto di una coperta a rilassarsi,
ma...
ma...
ma al cuor non si comanda,
ci guardiamo, pochi attimi e vediamo passare l'autobus che ci porterebbe vicino a quella via...
l'autobus ci porta la conferma alla nostra scelta in corso di elaborazione,
si va.
3 Angeli non passano inosservati... mai,
se poi ci aggiungete la presenza del nostro amico e i nostri tentativi di conneterci con il suo mondo....
siamo sotto l'occhio di tutti,
ma questo si rivela fondametale,
altri stranieri offrono la loro consulenza,
un Indiano conferma: è Pakistano.
Non ci saremo ancora capiti,
ma una cosa è certa... ora si fida di noi
e questo ci regala un'altra informazione fondamentale:
il numero civico.
Scendiamo, pausa per svuotare il lavoro dei reni, è urgente,
e per dare lavoro ai polmoni,
vuole fumare una sigaretta.
Ora siamo a posto, si riparte.
Più ci avviciniamo e più risulta difficile,
è stanco, è freddo, il marciapiede è ghiacciato
e lui è comunque ancora ubriaco, sebbene meno di prima.
Usiamo la sempre e valida tecnica, bastone e carota,
un pò di passi e una pausa,
un pò di passi e una pausa,
a volte solo una pausa.
La neve aumenta, il ghiaccio pure,
rischiamo di cadere tutti,
ma ci sorreggiamo a vicenda,
anche lui partecipa al gioco dell'equilibrio
e, nonostante qualche momento, fa gioco di squadra.
C'è poco da fare, ci ha allungato la serata,
ci ha fatto prendere più freddo,
ci ha fatto assaporare l'alcool presente nel suo corpo,
attraverso le sue alitate potentissime....
ma ci è simpatico e vogliamo che passi la notte al caldo,
visto che molto probabilmente qualcuno lo sta aspettando.
Probabilmente....
il dubbio con il freddo sale...
e se la via e il numero fossero frutto solo della sua fantasia alcolica?
ci guardiamo e decidiamo di non pensarci,
testa bassa e pedalare.
Manca poco...
i numeri civici che passiamo ci dicono che siamo molto vicini
e lì, puntuale, arriva il macigno,
dal suo incomprensibile idioma capiamo un nome,
è un paese di provincia... ci dice che lì è casa sua,
dentro di noi lo sconforto trova un tappeto rosso,
stanchi, infreddoliti e adesso che fare????
Per un attimo pensiamo proprio di mandercelo in quel paese, attimi di emozioni umane,
poi ci ricordiamo che siamo Angeli,
attimo di pausa.
Testa bassa e pedalare...
se abbiamo fatto 30... che sia 31,
cos' raggiungiamo il civico, la meta,
lui ora non è più convinto,
forse è vero, non è casa sua,
ma forse è anche la vergogna di presentarsi così a chi lo ospita.
Ci sono dei ragazzi stranieri a pochi passi da noi, all'uscita di un bar, si rivelano disponibili e gentili,
confermano di conoscerlo,
ci indicano un campanello,
è oltre mezzanotte, quasi l'una,
suoniamo....
arrivano due ragazzi suoi connazionali,gentili e in ciabatte,
che confermano di conoscerlo e ci ringraziano.
Lui è ancora ubriaco, ma questo non blocca il suo istinto...
ci abbraccia tutti e tre e ci ringrazia.
Prego Fratello.
E ci congediamo.
Ma solo tornando a casa scopriamo il vero senso della serata, meglio dire che lo scopro io, stavolta da solo, scivolo e cado goffamente sul ghiaccio;
ovviamente non mi sono fatto male, il male è una delle tante emozioni che noi non conosciamo, ma sicuramente il messaggio è arrivato:
lo sconosciuto, il diverso, lo straniero...
ci pone visioni diverse e quindi ci annulla alcune nostre certezze...
a volte può sembrare un freno, un danno al nostro percorso,
ma molto spesso, anzi, quasi sempre, è un arricchimento morale e un aiuto e sostegno reciproco.
Sarà retorica ma io sono caduto da solo,
proprio poco dopo che il nostro amico pakistano ha smesso di "sorreggermi"...
un caso?
Pace a tutti voi, cari e amati Esseri Umani.

Angelo Flo