mercoledì 1 settembre 2010

Zanzibar dal punto di vista di un angioletto “cittadino”

Qua a Zanzibar non c’è molto, d’altra parte siamo in Africa, nella parte centrale, la vera Africa Nera.
Molte cose che ho visto e a cui sono abituato in Italia qua non sembrano quasi sapere che sono. E’ tutto così diverso, nuovo ai miei occhi…
Da bravo angioletto quale sono ho provato a cercare un contatto con la gente del luogo, senza sapere la loro lingua. Quello che ho visto mi ha sorpreso. Sono tutti dispostissimi ad aiutarti e sono molto aperti e sorridenti e dispostissimi a farsi in 4 per dare una mano. Se non sai dove comprare una cosa basta chiedere ad uno del posto, ti porterà fino al negozio più conveniente e ti aiuterà anche a trattare il prezzo. Trattare, perché qua niente ha un prezzo fisso, il costo delle cose varia a seconda dell’etnia, dei rapporti col commerciante e della propria capacità di trattare con le persone.
Qua gli autobus sono chiamati “DallaDalla”, perché il biglietto costava due dollari, e le fermate non sono vere fermate… Qua per salire sull’autobus, una specie di camioncino basso con delle panchine nel cassone in cui far sedere le persone, basta fare segno all’autista quando passa, oppure, se si è abbastanza agili, si può salire e scendere in corsa. Non ci sono obliteratrici ne’ controllori, e i locali, se un Muzungu (ovvero un uomo bianco) sale sull’autobus si fanno in 4 per farlo sedere…
Qua è diversa proprio la mentalità con cui si affronta la vita, qua vivono tutti secondo il “credo” di Hakuna Matata Pole Pole (Nessun Problema, con calma), per fare una cosa si prendono il loro tempo, senza fretta. Le persone vivono in case di pietre, fango e Makuti in mezzo alla Shamba (la foresta di qua), e la sera si riuniscono anche più famiglie per mangiare insieme o vedere la TV, il tutto sul ciglio della strada, come in Italia parecchi anni fa (stando ai racconti di chi ha visto o a chi è stato raccontato).
Per le strade, durante i giri da un posto all’altro, si possono incontrare mucche che pacifiche attraversano la strada, caprette e polli che invece si buttano in mezzo per passare da una parte all’altra, e cani, gatti e persone sul ciglio della strada… Questo di giorno.. Di notte (ovvero dalle 20 in poi) invece le strade sono quasi deserte, si possono giusto vedere le persone che tornano alle case, gli uccelli notturni in mezzo alla strada che prendono il volo quando si passa con la macchina e sul bordo i Bush Baby (delle scimmiettine locali).
Sulla spiaggia bambini e ragazzi giocano a calcio con palloni fatti di stracci, con porte molto rudimentali. In città e nei villaggi invece giocano con porte fatte un po’ meglio e palloni normali nei campi presenti..Quegli stessi campi in cui le mucche e le caprette pacificamente possono pascolare, con i giocatori che si trovano costretti ad evitarle…

E’ un bel posto, per chi sa vederlo nel modo giusto, totalmente diverso dal mondo occidentale, che però e’ presente con alberghi, attività commerciali e turisti…
Voi turisti che venite a Zanzibar, ascoltate un angioletto che sta qua da un po’ e sta conoscendo qualcosa (non tanto, ma qualcosa si impara dopo due mesi in un posto): se volete venire e dare una mano, durante la vostra vacanza in uno degli alberghi più o meno lussuosi dell’isola o in un bungalow sulla spiaggia, portate materiale per scuole o orfanotrofi, ma per favore, non date soldi o caramelle ai bambini che incontrate sulla spiaggia! Si rischia solo di rovinare la loro vita. Qua non hanno una grande cura dell’igiene orale, e chi lavora prende l’equivalente di 50€ al mese. Vi lascio immaginare gli effetti dello zucchero sul metabolismo e sulla bocca dei bambini, e la reazione che può avere un padre quando vede che il figlio, dopo una giornata passata sulla spiaggia coi turisti, torna a casa con anche solo 5€..
Per lui conviene di più lavorare seriamente prendendo 50€ al mese mandando il figlio a scuola ogni giorno o che il figlio vada tutti i giorni sulla spiaggia che magari porta ogni giorno 5€ a casa senza ricevere un’istruzione?