Un clima stravagante ed un vento matto mi accoglie in una mattinata di sole talmente luminoso e intenso da farmi stringere gli occhi per mettere a fuoco l’ ambiente che mi circonda.
Non vedo torri o piazze della mia solita Bologna, ma mare e tante tante case una sopra l’ altra, senza lasciar respiro alle strade. Tantissime strade una sopra l’ altra come se una fosse da pilastro all’ altra, come se l’ una fosse di vitale importanza per l’ altra. Gru rosse e bianche che spuntano in questa unica macchia di costruzioni colorate e alla fine della macchia…. Il mare?!?
Ma dove sono e come ho fatto ad arrivare fin qui?
Genova?!?
E’ stato il vento forse a portarmi qui? E perché?
Forse non tutto accade per niente, forse c’ è un motivo speciale della mia presenza qui!!
Forse.. forse.. forse.
E’ inutile farsi domande, ormai ci sono! Buttiamoci!
I terrestri di qui sono diversi da quelli di Bologna, non di aspetto, si intende!!
Con il mio solito costume da “ copertura terrestre” mi perdo nelle vie che erano invisibili dall’ alto e con il naso all’ insù e lo sguardo molto interrogativo vengo individuata da tante persone del posto che, preoccupati per me, mi chiedono cosa sto cercando e mi svelano i segreti di una città che ancora non conosco ma che conoscerò presto e che, alla mia futura partenza, ne sentirò subito la nostalgia.
Ed è in un luogo dal pavimento rosso e con il tetto talmente vicini al cielo azzurro da toccarlo con un dito che incontro… Luciano, un Angelo del fango, che mi racconta una storia molto triste sulla città.
Da poco l’ argine del fiume si è rotto per le forti piogge provocate dall’ Omino della Pioggia, che questa volta si è addormentato per molto, molto tempo, dimenticandosi di chiudere i rubinetti del cielo, provocando disastri quasi irreparabili e aprendo a sua volta altri rubinetti… Rubinetti delle lacrime delle persone che si sono viste portare via macchine, case ed i loro cari.
Questo dolce Angelo del Fango è venuto da Imperia per aiutare quella gente a riparare, o per lo meno, a provare a riparare, i danni. Un Ligure brillante, simpatico ed intraprendente che ci impegna le poche giornate passate a Genova con il suo colorito senso dell’ umorismo e con il suo luminoso sorriso che ti promette sincerità e fiducia.
Ma prima il dovere e poi il piacere!
E’ sera.. e mi ritrovo in una strada che non conosco e che chiamerò la Galleria del Vento.
Ma per quanto vento ci possa essere, sono talmente fortunata che in 10 minuti terrestri mi ritrovo in Senegal, al caldo, in un villaggio vicino al deserto ma baciato dal mare. Su una piccola barca di legno un uomo anziano ed un bambino stanno pescando e nel volto del piccolo leggo l’ impazienza dell’ arrivo della sera, per poter gustare quel pesce appena pescato intorno ad un fuoco insieme a tutta la sua famiglia.
L’ autobus n° 9, mi viene a prendere il terrestre, riportandoci in modo un po’ brusco alla fermata della galleria del vento… Addio calduccio!!
Ma subito dopo incontro un ragazzo del Marocco che in modo spettacolare si mette a parlare con me in una cadenza genovese perfetta. Questo mi fa sorridere perché mi rendo conto che veramente tutto il mondo è paese.
Fino a qui tutto bene… fino a qui tutto bene… fino a qui tutto bene!
Visto che gli autobus continuano a portarmi via i terrestri, provo a farmi portare via anche Io!
Ma qua gli autobus sono diversi da quelli di Bologna, sono tutti colorati, nuovi e confortevoli con super- cuscini e tanta gente!
Un ragazzo inizia a fare indovinelli divertenti che oramai impegnano buona parte dei terrestri sull’ autobus. E’ qui che incontro Sumo, lui ci vive sugli autobus, và avanti e indietro tutta la notte, e non è un’ autista!
Ma ora l’ odore ed il sapore del mare è forte e mi avvolge come un lenzuolo invisibile riempiendomi di eccitazione e curiosità.
Siamo al porto!
Navi, battelli, tappeti di legno e… tanti fratelli e sorelle Angeli! Che belli! Ecco chi è stato a chiamarmi.
Davanti al porto si divertono a giocare con birilli, palline e diablo, facendoli provare ai passanti e …anche a me!
Un altro Angelo speciale invece guarda le stelle “ le nostre strade maestre”. Lui vuole molto bene alle stelle e sicuramente questo amore sarà reciproco. Probabilmente anche loro lo osservano dall’ alto con grande ammirazione.
E così, da persona a persona, da umano a umano, la serata si affievolisce e alla fermata in riva al porto restano racconti e risate che riempiono l’ aria come una nebbia fine e leggera che galleggia per poi disperdersi nei cuori di questi cari amici umani.
Ma non nei vicoli.
Negli stretti passaggi di una città che narra senza bocca e accarezza senza mani piccoli locali si animano di persone di tutto il mondo per incontrarsi e scambiarsi bicchieri di joie divertendosi con spensieratezza, per conoscersi e .. non lo so!!
Il mio tempo è scaduto e la mia nuvola mi chiama.
Il costume da Angelo incognito sparisce e mi spuntano le ali per riportarmi a casa.
Ora quello stesso vento che mi ha portato fin qui con forza mi porta via, con la nostalgia sospetta di quando sono arrivata saluto dall’ alto questa splendida macchia di costruzioni colorate, le sue gru, il suo mare e le sue splendide persone.
Piccola dolce e caotica Genova
che con i tuoi segreti
nascondi persone così care e speciali
agli occhi del cielo.
Perché la tua gelosia e possessione
nei confronti dei tuoi terrestri è così lecita?
E noi Angeli
che riusciamo a svelarti lasciandoti nuda
agli occhi di chi ti vuol sentire,
noi Angeli che mescoliamo le nostre piume
di mille sapori diversi
ma che insieme sprigioniamo un gusto unico
come l’ AMORE!
Angelo Tilo