domenica 3 aprile 2011

In viaggio con AngelFla


Atmosfera frizzante e rilassante allo stesso tempo. La Primavera la chiamano, gli uomini.

Il signore che ci spiega che il vero tortellino è in brodo e di Imola.

La signora filippina, così solare, che mi spiega quant'è bella la sua terra, ma là c'è “caos”, la guerra.

Le due signore dalla Repubblica Ceca venute per la fiera del Libro, che ci ascoltano incuriosite.

AngelFrato che pensa stia parlando ceco, quando invece era inglese.

AngelFrato che prova a recuperare dicendo che il mio inglese non è male. Inutilmente.



Prendiamo l'autobus 14, entrambi un po' emozionati. Non abbiamo molta esperienza di autobus, ma il sorriso e il saluto caloroso del padrone di casa sono già una bella accoglienza.



Io, che leggo una poesia sul sorriso. Qualcuno che, timidamente, dice che il sorriso arricchisce se è vero. Il bambino che conosce cappuccetto rosso, giallo e anche quello verde. AngelFrato che sostiene la mia poesia con le sue battute e la fa sorridere davvero, la gente.

Più avanti un signore che è venuto da Milano a trovare degli amici, non sa bene dove scendere, ha pochi punti di riferimento. Quanti bastano per permettere al ragazzo pakistano accanto di sapergli dire con esattezza quale fosse la sua fermata.

Capolinea, rimaniamo in 4: 2 angeli, un ragazzo, forse sudamericano, che scopriremo essere un marziano da Venere (caso davvero particolare), e un altro ragazzo qualche seggiolino distante, che, quindi, risulta essere l'unico rappresentante umano.

Chiediamo al marziano venerino che ne pensa degli uomini: ci parla del valore della fratellanza che non c'è più, del ruolo micidiale dei mass media, delle guerre che portano sofferenza, delle potenzialità che l'uomo ha per costruire un mondo migliore ma che non sfrutta, della cultura, dell'arte, della poesia come tesori da conservare, della Ginestra di Leopardi, che si piega ma sa reagire e ricrescere.

Ascoltiamo con attenzione e poi chiediamo, a questo punto, un parere all'unico rappresentante degli umani presente. Conferma e si ritrova in quella descrizione, ma forse ha un po' più di ottimismo.

Iniziano a parlare, ce ne andiamo e nemmeno se ne accorgono. Mi volto, per guardarli ancora una volta, mentre ognuno, rimasto al proprio posto, è sporto verso l'altro per discutere su un autobus di quei temi, così esistenziali.

In poco tempo l'autobus è un'altra volta pieno.

I ragazzi del calcio a 7, che hanno appena finito gli allenamenti e ci insegnano che il gioco del frisbee giocato in squadra si chiama Ultimate.

La signora, forse indiana, con una bella sciarpa colorata che sorride timida e tiene lo sguardo basso.

Il signore anziano bolognese che mi chiede di leggere velocemente la poesia, che se la vuol sentir tutta e poco dopo deve scendere. I ragazzi accanto che sorridono.

Un'umana, ungherese, che torna a casa dopo una giornata di pulizie e incuriosita mi chiede chi siamo.

L'abruzzese ormai da 40 anni a Bologna che lavora con ragazzi disabili e che vende i prodotti frutto del loro lavoro. La soddisfazione nel suo sguardo e il commento sul film “Si può fare”.



Via Rizzoli, uno sguardo veloce con AngelFrato e decidiamo di scendere e di rientrare alla base.

E quel pullman riparte, e con lui sapori, ricette, profumi, ideali, sguardi diffidenti, sguardi accoglienti, culture diverse, paesi, età, emozioni, sensazioni...mi ricorda una canzone che diceva più o meno così:



“...e i più bei tesori che porti al ritorno, son questi tuoi occhi che hanno visto il mondo.”



Buonanotte cari umani,

AngelFla

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