martedì 16 marzo 2010

AngeloBlu e una bimba

Ci sono giorni in cui non capisci il senso. Il senso di una giornata, ma anche della tua vita o di un progetto nel quale credi. A volte sono alla ricerca di significati nuovi. Come venerdì scorso, quando stavo sulla strada, alla fermata di Mel in Via Rizzoli. Ero lì. C’era freddo, ma ero ben coperto.

Mi chiamo AngeloBlu. C’è chi dice che sono blu dal freddo, ma io mi copro e così di freddo ne sento poco. Ho sempre molto blu addosso e non è solo una questione di vestiti. Mi sento blu. Ma il mondo di solito non se ne accorge perché vede il mio sorriso felice e immagina sia per sempre.

Venerdì scorso tutto il mio blu si è sciolto. Sono rimasto incantato dal viso di una bimba serba in braccio al suo papà. Era rapita dalle mie ali. Aveva lo sguardo fisso su una piuma che facevo roteare vicino alla sua manina inguantata.

Provava a stringere la piuma tra le mani, ma non glielo permettevo. Mentre le solleticavo il viso, sorrideva. Ma quando ho deciso di regalarle la piuma, è stata lei a prendersi gioco di me, mostrando disinteresse per il dono.

Ci sono rimasto un po’ male e se n’è accorta. Mi cercava coi suoi occhi stupiti. Intensamente blu. Per nulla dispiaciuti. Curiosi. Era lei ad indagare il mio stato d’animo. E sembrava capirlo bene. Abbiamo parlato in silenzio per diversi minuti. Poi un nuovo sorriso, non provocato dal solletico. E infine l’autobus su cui è salita, sicura, tra le braccia protettive del padre.

Mi sentivo il libro su cui era stata scritta una poesia originale. Lei era la poesia e tutti coloro in attesa dell’autobus i nostri lettori. L’atmosfera si era fatta intima. Ma l’intimità aveva coinvolto una ventina di persone. Tra loro molti sorridevano e assaporavano il gusto del momento.

Alla fine ognuno è partito sentendosi meno solo di quando è arrivato.

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