lunedì 18 ottobre 2010

Angeli Smarriti: Secondo atto

Eccoci ancora qua, due angeli smarriti per le vie di Genova....o meglio per le fermate...

La fermata di via Cantore, diversamente da quella di Principe, è un flusso costante, quasi inafferrabile di viandanti, persi nella notte genovese, alla ricerca di serate emozionanti, o semplicemente invisibili silhouettes che scivolano sulla via di casa dopo lunghe giornate di lavoro. Questo rende via Cantore diversa da Principe, dove non è difficile incontrare gente che ha perso la via di casa, e alla fermata ci passa delle ore, diventando nostri compagni per serate intere. Sì perchè, nonostante l'apparenza, Principe accoglie, include, contrariamente a via Cantore, inospitale per eccellenza, senza mezza panchina per chi, stanco di aspettare, vorrebbe sedersi a guardare le macchine sfrecciare. Dopo tutto Principe è stata costruita su un lago bonificato, e chi non ama sedersi sulle rive di un lago a veder passare barche disperse nella brezza serale?

Con il nostro solito fardello di oggetti smarriti ci siamo messi all'opera, per ricostruirne le vite, le storie, prima che vengano irrimediabilmente dimenticate, per ricucire strappi nell'ordito del tempo. Stavolta avevamo un bellissimo ventaglio gigante, verde smeraldo, con un disegno alquanto esotico. Ci chiedevamo chi potesse aver abbandonato quell'oggetto così ricco di rimandi ancestrali, animali selvatici, fanciulle seminude che fanno il bagno e una strana figura di uomo appeso a un ramo che osserva la scena (secondo una ragazza era un capo che controllava le sue damigelle, secondo un gruppo di ragazzi indiani assomigliava alla figura di Lord Krishna). Siamo giunti alla conclusione che qualcuno doveva averlo smarrito. Di tutt'altro parere erano le persone alle quali abbiamo chiesto aiuto: secondo loro era semplicemente un oggetto abbandonato da qualcuno che voleva rinnovare il proprio arredamento, sperando forse di rinnovare così anche la propria vita. Forse, dice un'altra ragazza, apparteneva a quella signora di Sirmione, sul lago di Garda, che aveva una magnifica collezzione di ventagli, distribuiti sui due piani di casa sua. Chissà che fine avrà fatto quella stupenda collezzione...si tratta forse di una diaspora dei ventagli?

Ma la nostra missione non è stata risolta, e così il ventaglio smarrito viaggia ancora con noi, angeli smarriti.

Un'altra storia è andata invece a buon fine. L'orsacchiotto che era con noi ha ritrovato il suo amico, un ragazzo di una ventina d'anni. Ci dice che l'orsacchiotto si chiama Ansioso, e che lo aveva regalato alla sua ragazza, la quale, però, dopo un litigio glielo aveva lanciato contro, sostituendolo ai consueti e più costosi piatti che si lanciano generalmente in questi frangenti. Glielo affidiamo, ci promette di riportarlo alla sua legittima proprietaria, dopo aver fatto pace. Se lo mette nel giubbotto, con gesto paterno, e se ne va. Dentro di noi auguriamo buon viaggio ad Ansioso, sperando di non incontrarlo più, e vorrà dire che l'amore in quella strana coppia avrà trionfato.

Tra I soliti distratti che perdono portafogli, documenti, cellulari e mazzi di chiavi, una ragazza ci parla, con tristezza delle foto della sua infanzia, perdute durante un trasloco, scivolate verso l'oblio. Ma nella sua testa ancora conserva il ricordo di quelle immagini, di quei momenti. Quelli sono difficili da perdere...

Poi arriva un terzetto di ragazzi semisbronzi. Giochiamo con loro, prima che loro inizino a giocare con noi. Un due tre stella! Ci divertiamo insieme, si crea un piccolo clima di fiducia, così uno dei tre, approfittando di un attimo di distrazione del resto del branco, ci confida che la sera prima ha perso...la verginità...”era una ragazza di marciapiede, e non ha avuto nessun significato. È difficile trovare una ragazza leale, onesta, che ti dica le cose come stanno”. Li salutiamo col sorriso, la loro serata è ancora lunga.

Anche la nostra.

Un signore ci confida che non ha mai perso niente, in realtà avrebbe voluto perdere la moglie, ma visto che il suo desiderio non si stava realizzando, gli è toccato mollarla...Aiutati che il ciel ti aiuta.

Anche un altro signore arabo dice di non aver mai perso niente di importante. Parliamo a lungo con lui, e quando gli chiediamo dei suoi sogni, della sua infanzia dice di ricordarsi di quando correva e giocava scalzo con gli altri bambini...ricordi belli ma frammentati. Tra di noi pensiamo che allora qualcosa di importante lo ha perso, I suoi ricordi sono sepolti sotto le macerie di una vita lunga e vagabonda, vita di viaggi e rinascite, separazioni e speranze. Migrare. Ha un bel sorriso in bocca. Ci mette di buon umore.

Arriva anche per noi il momento di rientrare. Nel viaggio di ritorno penso ai sogni raccolti durante la serata, chi sogna la rivoluzione, chi di volare sulle città e sui monti, chi sogna soldi, chi sogna che finisca l'ipocrisia in questo mondo corrotto e chi, in modo nichilista, sogna che un maremoto innondi la terra e spazzi via tutto.

Io sogno di tornare bambino e di trovare, come la ragazza di inizio serata, un container pieno zeppo di giocattoli e fumetti che qualcuno, inavvertitamente, aveva smarrito in un bosco.

Buona notte e un augurio, di smarrirvi nei vostri sogni notturni, e di portarli con voi, al risveglio, cullati dalla luce del mattino.

AngelStep

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