domenica 7 novembre 2010

Volo del rientro numero uno

Venerdì 5 novembre 2010Eccomi qua dopo la lunga pausa estiva pronto a rimettermi le ali, stasera ho il turno bus, il mio preferito, assieme al compagno di lunga data AngelZac.
Autobus 13 da capolinea a capolinea e ritorno in centro, 1h e mezza di viaggio ci attende, sono un po' arruginito entro nel bus gremito e mi accorgo che non so che cosa dire....improvviso do' via un po' di riviste ma arranco... allora decido di rispolverare il vecchio cavallo di battaglia "Considero valore" di Erri De Luca.
Vado alla grande la recito come non mai guardando negli occhi la gente e scaturisce l'applauso, sempre raro....è fatta il ghiaccio del rientro in volo è rotto.
Prosegue il viaggio si chiacchiera con un rumeno di Hera che racconta dei lunghi turni a pulire piazza VIII agosto dopo il mercato della piazzola e degli straordinari fatti per acquistare la macchina al figlio, del suo paese lontano lasciato 12 anni fa' e del poeta Eminescu studiato a scola.
L'autobus si svuota e mentre ritorna verso il centro facciamo il gioco del cambio di destinazione diamo il benvenuto alle persone e gli diciamo che per stasera ci siamo accordati con l'autista per andare in un posto diverso deciso dai passeggeri, un bengalese ascolta preoccupato...chi sono questi pazzi con le ali e dove mi vogliono portare?Poi capisco che dietro il suo sguardo atterrito ci sono le problematiche relative alla conoscenza della lingua e gli allungo il corso di italiano per stranieri, ringrazia e finalmente sorride.
Per uno strano gioco del destino l'autobus ha cambiato numero e quando la gente sale comincia a credere a quello che diciamo perchè l'autobus da 13 è diventato 180 , un errore dell'autista frastornato dalle nostre parole, in più la gente vedendo lo strano numero ed i due personaggi con le ali a bordo si chiede che cosa è successo.
Infatti quando diciamo che andiamo all'aeroporto Minghetti per prendere il primo volo per le Maldive sembrano crederci, il numero viene ripristinato e torniamo alla realtà parlo della città ed estraggo un depliants informativo in francese comincio a parlare francese facendo la erre moscia , vedo uno che mi guarda strano attacco discorso è francese...che gaffes...recupero dandogli il depliants anche se lui il giorno dopo parte.
L'autobus si riempie e approffitando di una pausa alla fermata Zac fa' il suo pezzo sul tempo ed io ripeto considero valore qui però nessun applauso solo sguardi divertiti, entra una ragazza di colore con due bimbi uno in carrozzina e uno più grandicello 2 anni che intervisto lascia le sue testimonianze al microfono in una strana lingua che suona così "accarattacatta fra eratta catta stratta ca" io cerco di tradurle per il pubblico, poi saluto due con tanto di valigia rolley , discutiamo se è più bello partire o arrivare dipende dai casi dicono sorridendo dopo un po' si scopre da dove arrivano: dal carcere della "Dozza" appena usciti freschi freschi stanno al gioco con gli altri del bus superando la diffidenza iniziale e salutano prima di scendere.
Arriviamo al capolinea di via Normandia, il francese è sempre lì sul bus, quasi mi insospettisco, ma non voglio essere invadente.
Il viaggio riprende verso il centro storico ed è molto bello gente positiva, vecchie conoscenze che ci festeggiano sorrisi e sorprese, scendiamo dall'autobus andiamo per salutare l'autista e ritroviamo il francese disperato non è sceso alla sua fermata che era dal lato opposto all'altro capolinea si è perduto "J'ai suis perdu" ci dice deve andre all'Holiday Inn oltre il capolinea di via Normandia, anche qui altro strano caso il nome di una regione francese e sua moglie è Bretone ma l'ha conosciuta in Normandia,lo accompagniamo tranquilizzandolo, giunti alla fermata aspettiamo l'autobus parliamo con l'autista e gli affidiamo il francese che ci ringrazia sorridendo.
Rientriamo in via Rizzoli ed ecco l'ultimo incontro un senza fissa dimora che vuole a tutti costi raccontarci 2 simpatiche barzellette una su un frate capuccino e l'altra su un sardo incontinente, poi ci racconta qualcosa di sè e di quando aveva raggiunto la notorietà partecipando come cantante al programma radiofonico degli anni sessanta "La Corrida" tenuta dal famoso presentatore Corrado,ora non ha più voce ma ha ancora molta simpatia da vendere ci saluta stringendoci la mano e ringraziandoci per averlo ascoltato.
Termina la sera e mi accorgo di quante cose sono successe in sole tre ore e conterò il tempo che mi manca al prossimo volo.
AngelMir

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