Una sera in ricerca dei desideri
Sono appena giunta da un lassù non bene identificato
per scoprire un quaggiù extra ordinario dove tutti sanno sorridere se
istigati al sorriso..
ma istigare è cosa buona?!
Prima in una fermata dell'autobus mi è stato suggerito di domandare
desideri a chi incontravo e annotare le risposte in un taccuino.
tutti mi hanno donato una risposta.
"hai un desiderio?"
"più sorrisi anche senza ali" ha detto una signora con uno zaino
aperto e dentro allo zaino una divisa da infermiera. la signora era
alta poco meno di me e la sua schiena era curva sotto quel peso
leggero leggero.
"hai un desiderio?"
"desidero la verità. esiste la verità?" ha risposto un ragazzo con gli
occhi del colore del cielo e si era pronunciato in una lingua che era
italiana ma di un italiano appena conosciuto, un italiano forestir come
dicono qui. e poi ha aggiunto: "niente cattiveria. mi
dispiace quando in giro c'è cattiveria." il suo sguardo era lontano.
il cielo dei suoi occhi si era fatto prossimo al tramonto, si era
colorato di quel colore intenso che anticipa la fine di una giornata
faticosa.
"hai un desiderio?"
la signora mi prende il taccuino dalle mani e scrive: "meno smog
+verde"
mentre racconta che questo è un tema a lei caro.
"hai un desiderio?"
il Sig. Hussein desidera questo: "voglio questa città sempre pulita e
con le luci sempre accese tutto l'anno.. e voglio la biblioteca aperta
più ore e più autobus.."
"io voglio solo una batteria e basta -urla una ragazza con gli
auricolari alle orecchie- per suonare canzoni che non siano di
Natale." e aggiunge: "a me piacerebbe anche la metropolitana ma so che
non è possibile."
un gruppo di ragazzi non italiani dicono: "la città è talmente bella e
ben tenuta che non si può di più"
mentre una giovane di passaggio racconta che un desiderio desiderato
non si dice per scaramanzia.
un uomo con un cappello calato fin sotto alle orecchie chiede: "città
più sicura e più bella come era anni fa." ed allora immagino che sia
un pò rancoroso.
"Io desidero andare a casa, al sud ma per Bologna vorrei più mezzi
pubblici dall'una alle quattro di notte."
mentre annoto questi appunti un giovane domanda un euro per se, prende
il mio taccuino e scrive con una grafia piccola e precisa:
"vorrei per favore una casa, una famiglia e che Dio, se esiste, abbia
una buona scusa"
e firma IAN
"ho una bella vita. sono da otto anni in Italia e mi trovo bene" dice
un altro giovane.
"hai un desiderio?"
"che ci si possa muovere un pò meglio in macchina e in autobus"
"io, guarda, ho la mia vita che è perfetta"
"voglio che le residenze universitarie non chiudano durante le vacanze
natalizie"
"desidero lavoro. anche per la città voglio che vi sia lavoro"
"più sicurezza in città" -urla un signore
"per me va bene così" -dice un altro signore.
"meglio Bologna che altre città ..sempre meglio di Padova" -racconta un ragazzo.
"porta sfiga esprimere desideri"
"io voglio un lavoro"
"vorrei che mi amasse davvero ma non lui" dice Chiara
"vorrei facesse meno freddo" Luigi
il sig.Alexis dice di desiderare un senso civico.
"in che senso un senso civico? che senso civico servirebbe? un doppio
senso? un senso unico?"
"ho perso il filo" risponde.
mentre altri dicono:
"meno merda di cane in via Petroni al numero nove"
"due cestini in più da pallacanestro"
"io voglio dormire e desidero meno inquinamento in campagna ovvero io
abito in campagna ma quando vengo a Bologna voglio meno inquinamento".
poi incontro due ragazzi albanesi che raccontano del loro alfabeto e
dicono che la loro lingua ha trentasei lettere ma non ha manoscritti
sino al millequattrocento e qualcosa a parte la testimonianza di un
battesimo; il primo libro in lingua albanese è di una data bellissima
secondo me e facile da ricordare perché è del mille555.
ma durane la lezione di lingua albanese altri raccontano i loro
desideri e allora annoto che una giovane donna desidera essere "più
sicura, più bella, più viva"
un giovane uomo vuole "meno discriminazione per i lavoratori stranieri"
mentre il desiderio di Cristian è di: "diventare uno scrittore celebre
in una città più tranquilla come quando ero piccolo io e tutto era più
sereno perché sono uno scrittore nato in strada e uso i mezzi
pubblici..è da 32 anni che giro in autobus!"
un altro signore domanda di essere più rilassati in una città più
pulita mentre alcuni ragazzi chiedono più parcheggi in via Bambelli.
"perché togliete tutto? dove sono le notti bianche e le notti in
bianco? ..anche se dipende con chi!" è la signorina Debora che pone
queste domande ma il tempo a mia disposizione sta per concludersi ed
io ripongo il prezioso taccuino e abbandono con gli altri angeli la
fermata.
AngelaPà
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